Parole sfuse che costano meno

Le donne vengono da Venere, gli uomini da Garbatella

Il 27esimo cantone

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È tanto tempo che non mi siedo a scrivere, quasi cinque anni.

Una volta avevo un eloquio brillante ed una prosa pungente camuffati da una grafia degna di un tacchino artritico cui abbiano legato un pennarello alla zampa, una specie di Dorian Gray letterario,

L’arrivo di word ha cancellato la vergogna della signorina Drago, mia maestra elementare, di non essere riuscita ad insegnarmi a scrivere dritto nemmeno legato alla scrivania come l’Alfieri concedendomi di allenare le dita e la mente mettendo a fuoco tutti gli insegnamenti di una famiglia in cui la biblioteca di Alessandria è considerata un simpatico scaffale dello scibile umano dove appoggiare i panni Swiffer.

Ora, dopo meno di un lustro davvero lontano da casa, mi sorprendo a parlare come Fra Salvatore, mischiando lingue, espressioni, costruzioni verbali parlando e scrivendo 3 lingue, abbastanza male.

Forse è il caso di ricominciare spinto dall’amor proprio ed anche perché, ci si possa credere o no, la mia penna mi ha fatto conoscere più donne dei miei occhioni azzurri.

La prima regola dello scrivere bene è scrivere di qualcosa che si conosce e quindi resterò su me stesso. Solo una volta ho provato a cimentarmi in un testo non autobiografico, esplicitandolo, e nonostante tutto mi sono trovato gli assistenti sociali in casa e compagni delle elementari che mi invitavano ad abbracciare Gesù come mio salvatore ed astenermi dal suicidio. Meglio parlare del mio nuovo paese, la Svizzera.

Ora, venendo qui mi sono reso conto che di base nessuno sa molto della Svizzera. Per l’universo mondo è una specie di Molise ricco in cui ci sono le mucche, gli orologi ed i soldi sottratti al fisco.

Ecco, non siete molto lontani dalla realtà a parte il fatto che francamente è un paese molto bello con qualche piccolo problema da risolvere.

La Svizzera è una confederazione di 26 cantoni (io presto mi autodichiarerò come 27esimo) con dimensioni che vanno dall’area occasioni di Ikea (ma con molta meno gente) a Roma monteverde. Una specie di Italia dei comuni dell’anno mille in cui tutti cercano di frodare ed inchiappettare il proprio vicino, dove le leggi cambiano ogni 10 cubiti ed i beni non si pagano col baratto perché realizzare dei caveaux sufficientemente grandi per far sparire gli armenti degli ebrei durante la guerra non sarebbe stato agevole. Nonostante queste premesse la vita è piacevole una volta capito d’essere ospite e di dovermi comportare a modino pena la garrota in piazza (non conosco il codice penale ma non la escluderei)

La forma di governo è indefinita, basta far presente che in ogni governo deve essere rappresentata anche l’opposizione che è un po’ come sperare in una riuscita festa di nozze in cui la sposa pretenda di invitare tutti i suoi ex che dovrà riconoscere limonandoci bendata.

Di norma il governo è ultra conservatore, con sprazzi di laicismo spinto, stato sociale forte, eutanasia e droga di stato ma tutto questo non importa molto perché ogni legge che Berna propone i 26 cantoni devono attuare e li ognuno cerca di fare come gli pare, ritardando, imbrogliando mentendo e poi ricorrendo al referendum. Si perché in Svizzera si vota grosso modo ogni otto ore, cosa molto comoda se devi ricordarti di prendere una pasticca, su qualsiasi argomento: dal diritto di detenere in casa armi da guerra a quello di limare le corna delle vacche. Non sono iperboli sono stato testimone di entrambi e se siete curiosi vi dirò che ha vinto il si alle vacche smussate ed il no a svuotare un M16 sul vicino impiccione.

Questo grammelot politico permette ai nazisti dell’Illinois di governare il paese ma di non averne mai il controllo e di non poter attuare le politiche isolazioniste che renderebbero la svizzera un paese di 108 abitanti e gli impedirebbero di giocare a pallone persino contro Andorra visto che la metà della nazionale è formata da kosovari riparati qui durante la guerra e l’altra metà da robusti ragazzoni neri non proprio virgulti alpestri.

Il lato ultra conservatore degli svizzeri emerge nel curioso approccio alla difesa. Sebbene non abbiano una guerra in casa da 400 anni, sono da sempre grandi esportatori di armi e mercenari.

Da Giulio Cesare in poi ci sono sempre stati degli elvetici protagonisti in tutte le guerre d’Europa ma rigorosamente in trasferta e questa abilità gli ha fruttato robette come il Ticino, regalato dalla spagna per pagare il ferro elvetico. Amici Ticinesi, fatevene una ragione, siete di Varese e l’avete scampata per un’incollatura.

L’esercito Svizzero conta un numero enorme di riservisti, praticamente tutta la popolazione abile, e tutte queste persone hanno un’arma a casa. Viaggiando sui treni si incontrano carovane di ragazzi in uniforme che tornano a casa dal periodo di ferma e che hanno la faccia da guerra di Tinky Winky dopo un sorbetto alla fragola. Hanno una fanteria, molto comprensibile vista la difficoltà di spostamento, una aviazione che forse fatica un po’ data l’impossibilità fisica di far atterrare un origami tirato con l’elastico ed una MARINA!!!

Io mi immagino la mestizia dell’ammiraglio della flotta preso per i fondelli dai suoi omologhi che lo dileggiano tirandogli feluche di carta e paperelle di gomma alle riunioni della NATO di cui la Svizzera non fa parte ma che probabilmente invita il poveruomo per malanimo.

Continua..

marzo 24, 2020 - Posted by | Editoriali

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